FORADORI – TEROLDEGO ROSSO

34,00

TEROLDEGO  100%, ALCOL 13,5%, TRENTINO ALDO ADIGE

Categorie: ,

Descrizione

Regione: Trentino Alto Adige
Vitigno: Teroldego
Suolo: Alluvionale del Campo Rotaliano
Estensione del vigneto: 9.5 ha
Tipo d’impianto: Pergola trentina e Guyot
Densità ceppi per ha: 4.500
Età media del vigneto: 30 anni
Produzione media per ha: 63 hl
Vinificazione e affinamento: Diraspatura delicata senza pigiatura. A seconda dell’annata in macerazione sono utilizzati fino al 30% di raspi interi per 10-15 giorni. Fermentazione spontanea in vasche di cemento dai 15 ai 40 hl. Affinamento in cemento e botti di rovere da 20-40 hl per 12 mesi.
Il teroldego Foradori di Foradori è un vino rosso fresco, vinoso e dalla beva incredibile. Di polpa e fragrante, assomiglia a una vera e propria spremuta d’uva, un vino che si muove vivo e rapido in bocca. Sincero, gustoso e inebriante.

“Come mi definirei? Una custode della terra”. Così parla di sè Elisabetta Foradori, soprannominata anche “la signora del Teroldego”. L’azienda Foradori si trova a Mezzolombardo nel mezzo del Campo Rotaliano, una pianura alluvionale formata dal fiume Noce e circondata dalle verticali pareti di roccia dolomitica. L’azienda fu fondata nel 1901, ma i primi vini imbottigliati dalla famiglia Foradori risalgono a nonno Roberto, nei primi anni ‘50. Grazie alle idee innovative di Rainer Zierock e alla visione e tenacia di Elisabetta Foradori l’azienda è riuscita divulgare gradualmente il vitigno autoctono Teroldego. Oggi tutta la famiglia è coinvolta: Emilio (il filosofo) come enologo e agronomo, Theo (il politilogo) come divulgatore e diplomatico, Myrtha (l’agronoma) come responsabile della produzione di ortaggi. Elisabetta rimane la massima consigliera e si occupa della diversificazione agricola di Foradori. I compartimenti non sono mai stagni e tutto si crea e si evolve grazie alla squadra di collaboratori.

I Foradori lavorano artigianalmente i 25,5 ettari vitati e approfondiscono le pratiche agronomiche attraverso i concetti della biodinamica. Sanno di essere gestori temporanei di una terra di tutti e di avere dunque l’onere di rispettarla e proteggerla. Credono nella diversificazione agricola e nell’indipendenza, nello sviluppo professionale e umano di chi lavora.

L’approfondimento del Teroldego segue due strade: il rispetto della tradizione (Granato e Foradori) e la ricerca di espressioni più sperimentali (Morei, Sgarzon e Lezèr). Sulle colline di Cognola invece si lavorano con i bianchi Nosiola e Incrocio Manzoni. L’ azienda è in costante movimento per migliorare loro stessi e sostenere chi gli sta attorno: Il risultato di Elisabetta è stato quello di ottenere un’uva dalle caratteristiche che riflettono perfettamente il territorio.

 

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provenienza vino

vino

Rosso

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